Il colloquio di selezione è il momento
più delicato della ricerca di lavoro poiché in quella sede, in un'ora o anche
meno, il candidato dovrà convincere il selezionatore di essere la persona
giusta per quel ruolo. Non è altro che è un'operazione di marketing, in cui
il candidato deve dare una piena immagine delle proprie capacità,
assicurandosi che l'intervistatore abbia informazioni a sufficienza per
prendere una buona decisione.
Il colloquio è, inoltre, un momento di confronto e di scambio reciproco di
informazioni tra candidato e azienda.
A seconda del tipo di profilo ricercato, si possono distinguere due tipi di
colloquio:
Colloquio di gruppo
Se la selezione riguarda un numero nutrito di posizioni o profili di
neolaureati o di neodiplomati, è probabile che il colloquio iniziale si
strutturi come semplice incontro informativo in cui l'azienda descrive se
stessa, il percorso di crescita dei dipendenti e le caratteristiche delle
persone richieste. A volte l'uso del colloquio di gruppo è utilizzato dai
selezionatori per verificare le reali capacità dei singoli di interagire con
altre persone, rappresentate in quel momento dagli altri partecipanti alla
selezione e un domani da colleghi e superiori.
Colloquio individuale
Il colloquio più classico, invece, è svolto singolarmente e può ripetersi più
volte con diversi interlocutori a seconda delle dimensioni dell'azienda. Più
la società per cui si partecipa alla selezione è di grandi dimensioni e
strutturata in divisioni, maggiore sarà il numero di persone che si dovranno
incontrare. Diversamente in una piccola società s'incontrerà probabilmente
fin dal primo incontro il responsabile o l'amministratore delegato.
|
Le metodologie a disposizione per la
selezione del personale sono molte, ma quelle realmente valide pochissime. In
realtà, ormai, l'azienda che ricerca personale basa la propria scelta sul
colloquio individuale o di gruppo, affidato a esperti di selezione
dell'azienda stessa o a consulenti esterni.
Il candidato che si trova ad affrontare un colloquio di selezione, spesso è
disorientato perché non è informato su come siano organizzati i colloqui e
soprattutto su quali strumenti si utilizzino ai fini della valutazione.
L'obiettivo del selezionatore non è quello di rifiutare i candidati, ma
quello di analizzare attentamente ogni aspirante per verificare se esiste
congruenza tra le caratteristiche personali del singolo e il profilo ideale
richiesto.
Per arrivare ad identificare il candidato più adatto, vengono presi in
considerazione molti elementi, tra cui i più importanti sono:
- le
conoscenze professionali acquisite nelle precedenti esperienze
lavorative;
- le
attitudini, le motivazioni e le aspettative;
- le capacità
specifiche richieste dal lavoro in questione;
- le
potenzialità di sviluppo;
- il livello
di adattabilità all'ambiente aziendale e il grado di flessibilità.
Oltre al colloquio, molto spesso, il
selezionatore si serve di test mediante i quali è possibile ottenere
misurazioni standardizzate delle diverse caratteristiche di un individuo
(attitudini, capacità, funzioni intellettuali, conoscenze, carattere,
personalità).
I test possono essere suddivisi in diverse tipologie:
- TEST DELLA
PERSONALITÀ: permettono di far emergere le note caratteriali salienti
del soggetto. Questi test possono essere sia a risposta aperta, con una
piena libertà nella risposta, sia a risposta chiusa, dove le possibili
soluzioni sono indicate dall'esercizio e il candidato ne dovrà scegliere
una;
- TEST
ATTITUDINALI: sono volti a misurare specifiche qualità del candidato,
come la facilità di comprensione verbale, la capacità di ragionamento o
l'attitudine numerico-matematica;
- TEST
D'INTELLIGENZA: forniscono la misura globale delle capacità intellettive
del candidato;
- TEST DI
CONOSCENZA: hanno lo scopo di valutare il livello di preparazione di una
persona in merito alla conoscenza di specifiche discipline o argomenti.
Il buon esito di un colloquio di
selezione è in parte determinato dalla fase che lo precede: come in
un'interrogazione a scuola, non si può rischiare di arrivare impreparati.
È importante quindi, prima di affrontare l'intervista, documentarsi circa la
società alla quale ci si propone, valutando il mercato in cui opera,
l'attività e la mission aziendale.
È opportuno, inoltre, prepararsi alle eventuali domande che il selezionatore
porrà, scegliendo un modo chiaro e conciso per rispondere. In quest'ottica è
meglio pensare anche alle domande da porre all'interlocutore sull'azienda e
sulla posizione offerta.
Non è da tralasciare, poi, la scelta dei punti di forza su cui far leva
durante il colloquio. È importante aver chiari quali sono i punti del
curriculum da evidenziare e quali le esperienze più gratificanti e più
qualificanti.
Naturalmente è necessario tenere conto che, durante l'intervista, il
selezionatore potrebbe insistere su eventuali punti deboli. Individuarli
prima può servire ad affrontarli e a presentarli in una prospettiva più ampia
e addirittura in un'ottica positiva e di miglioramento personale.
Il colloquio è potenzialmente il primo giorno di lavoro, per cui,
fondamentale è fare una buona impressione poiché, come realisticamente
ricordano gli americani "you never have a second chance to make a first
impression".
Il selezionatore ricorderà la serietà del candidato innanzi tutto se si
presenterà in orario, annunciandosi in maniera chiara.
Come rilevato in precedenza il colloquio è una relazione, un processo a
doppio senso ed è un momento importante per entrambe le parti. Il
selezionatore ha interesse a far parlare il candidato per capire come
ragiona, come sa interagire, come polemizza o se sa mediare. Vorrà capire che
opinione ha di sè e degli altri, quali sono le sue aspirazioni e come pensa
di raggiungerle.
Il candidato dal canto suo dovrà cercare di capire le reali esigenze
dell'azienda e valutare ciò che è offerto. L'atteggiamento da adottare è
dunque di collaborazione con l'interlocutore.
Così come il preambolo, anche la conclusione del colloquio di selezione ha la
sua importanza: nel congedarsi dal selezionatore il candidato dovrà essere
cordiale, ringraziando e chiedendo, con discrezione, quali saranno i passi
successivi dell'iter di selezione.
È opportuno fare presente con gentilezza e non con arroganza se si stanno
valutando altre proposte, ma non dare l'impressione di avere impazienza nel
conoscere l'esito del colloquio.
Anche nei giorni successivi non sarà necessario telefonare insistentemente
per aver notizie.
Un tempo accettabile è un mese dopo la data del colloquio.
|
"If your mouth says hire me and your body says something
different, you have a problem".
Durante
il colloquio non sono soltanto le parole ad avere il loro peso: tutto il
nostro corpo comunica. Il modo di vestire, la postura, le espressioni e la
gestualità possono influenzare in maniera determinante il giudizio
dell'interlocutore.
Questi elementi sono classificati come comunicazione non verbale (CNV)
La CNV, proprio perché rientra nella sfera dell'istintivo, è molto meno
controllabile e va curata con maggiore attenzione.
Come vestirsi
È indubitabile che l'immagine è data anche dall'abbigliamento poiché denota
una scelta di stile. Ma quello che è importante capire è che durante il
colloquio di selezione anche il look deve dare una sensazione di affidabilità
e di serietà.
In genere alle donne è concessa più libertà ed è apprezzata una certa
eleganza sobria. Gli uomini sono più costretti al "giacca e
cravatta" anche se è sempre meglio valutare a priori se il colloquio avverrà
in realtà che danno all'apparenza molta importanza: società di consulenza o
banche d'affari.
Come parla il corpo
Il linguaggio del corpo è un tipo di comunicazione involontaria, non
consapevolmente inviata, e, altrettanto non consapevolmente, ricevuta, ma di
sicuro molto potente ed efficace.
Il corpo, insomma, dice la verità a dispetto di tutte le nostre intenzioni di
mentire, perché nel corpo risiedono le nostre emozioni più profonde, quelle
che la nostra mente non è riuscita ad addomesticare.
Per cui durante il colloquio è bene evitare di avere un tono di voce
affannato o precipitoso, un movimento nervoso o contratto delle mani, una
posizione rigida sulla sedia poiché sono fenomeni che possono lasciar
trasparire tensione.
Ugualmente bisognerà evitare gli atteggiamenti di difesa, cioè di chiusura,
di rigidità e scontrosità (braccia conserte, faccia contratta, sguardo
corrugato) perché porterebbe l'interlocutore a pensare che il candidato abbia
dei problemi di rapporti interpersonali.
La stretta di mano e il tono di voce, infine, concludono il quadro: la prima
deve essere vigorosa e il secondo leggermente più alto del normale.
Se quelle sopra descritte sono le linee guida per il buon esito, qui di
seguito sono elencati i comportamenti da tenere sempre:
- arrivare
in orario, né in ritardo né troppo in anticipo;
- portare
una copia del curriculum;
- presentarsi
in ordine;
- tenere il
cellulare spento;
- non
fumare;
- non
invadere la scrivania;
- non fare
discorsi politici;
- non
"bluffare" (il selezionatore se ne accorgerà e per noi sarà
del tutto controproducente);
- non
alzarsi per primi quando il colloquio è finito.
|
|