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La grafica vettoriale in Adobe Photoshop CS6
Inserito il 25 ottobre 2014 alle 23:03:25 da admin.

I fondamenti della grafica a oggetti, vettoriale e scalabile all’infinito

Photoshop è l’editor più potente del mercato, cioè il raster; questo, tuttavia, non significa che sia completamente estraneo al rovescio della medaglia, cioè la grafica vettoriale (o, più correttamente, la grafica orientata agli oggetti).
In origine, le poche funzioni vettoriali esistenti erano fortemente condizionate dalla risoluzione del documento in cui venivano utilizzate, e il testo con caratteristiche vettoriali, che oggi tutti (o quasi) sanno essere gestito nativamente anche da Photoshop, è una conquista di Photoshop 5.
Attualmente Photoshop condivide con Illustrator, il programma principe per la gestione della grafica vettoriale, gli strumenti fondamentali di creazione, selezione e modifica e, grazie all’introduzione degli oggetti avanzati in Photoshop CS2, è possibile passare da un programma all’altro per fare meglio ciò che compete a ciascun applicativo (per poi tornare in Photoshop e continuare i lavori come meglio si ritiene).

Caratteristiche dei tracciati

Con i tracciati è possibile di far interagire un pennello, e, più in generale, un qualsiasi strumento di pittura/modifica manuale, con un percorso indicato da un tracciato. Questa è solo una delle possibilità offerte dal rapporto raster/vettoriale di Photoshop; altre potrebbero essere:

  • disegnare linee curve molto più velocemente che non provando ripetutamente con il pennello;
  • copiare e incollare tracciati da e in Illustrator;
  • disegnare forme che restano definite qualunque sia il tipo di output;
  • creare maschere di livello vettoriali;
  • convertire il testo in tracciati, così da poterne modificare i contorni;
  • salvare immagini EPS, JPEG o TIFF con un tracciato di ritaglio.

La versione CS6 può vantare un consistente aggiornamento nella gestione dei livelli di forma, avvicinandosi molto alla logica a oggetti di software come Illustrator, ed è ora possibile dare a un tracciato un attributo proprio di traccia e/o riempimento, senza ricorrere ad altre funzioni di appoggio (come gli effetti di livello). Troverete i parametri per gestire questi attributi nella barra delle opzioni in alto, a partire da sinistra, rispettivamente: riempimento, traccia, spessore, tipo di traccia (ad esempio, i tratteggi). Il pannello Tracciati resta sempre il principale riferimento per il controllo dei vettori, ma questi recenti cambiamenti di fatto ne dimezzano l’utilizzo. Ricordatevi, comunque, che i vettori non interagiscono spontaneamente con il mondo raster se non gli si indica come, ad esempio facendoli percorrere da un pennello; i nuovi livelli di forma costituiscono quanto di più vicino ci sia a un eccezione a questa regola.

Creazione e modifica di un tracciato

Gli strumenti classici sono la Penna e le sue varianti: Penna a mano liberaAggiungi punto di ancoraggioElimina punto di ancoraggioCambia punto di ancoraggio. Non appena si seleziona la Penna, controllate in alto a sinistra nella barra delle opzioni in quale delle due modalità possibili state lavorando: Forma o Tracciati (Pixel non è attivabile quando si lavora con la Penna).
Nel primo caso creerete un livello di riempimento Tinta unita privo di maschere vettoriali propriamente dette ma totalmente vettoriale nella pratica; nel secondo creerete un tracciato indipendente a cui attribuire, in un secondo momento, una qualsiasi delle situazioni elencate nel precedente paragrafo.
Dato che i tracciati sono, per loro stessa natura, sinonimo di precisione e perfezione matematica, difficilmente vi troverete a usare in Photoshop uno strumento come la Penna a mano libera, se non forse per qualche combinazione con la funzione Traccia tracciato e i relativi pennelli o per l’opzioneMagnetica, di cui parleremo tra poco. 
Userete, invece, più spesso lo strumento Penna vero e proprio, da cui è possibile ricavare tutte le altre varianti (tranne quella a mano libera) senza andarle a selezionare ogni volta nel pannello Strumenti(che risulterebbe decisamente poco pratico).

Figura 1: le modalità che definiscono come operano gli strumenti Penna e gli strumenti Forma si selezionano da qui
Figura 1: le modalità che definiscono come operano gli strumenti Penna e gli strumenti Forma si selezionano da qui

Con un clic sul documento si definisce il punto di inizio del tracciato e con altri clic sparsi si creano linee spezzate simili all’effetto del “Cosa apparirà” sulla Settimana Enigmistica (unite i puntini dall’1 al…); tornando al punto di origine, vicino al puntatore appare un piccolo cerchio che indica l’imminente chiusura del tracciato: avete appena realizzato un tracciato chiuso con punti angolari.
Se alla pressione del tasto del mouse abbinate il trascinamento, create dei punti morbidi, ovvero dei punti di ancoraggio dotati di maniglie che determinano l’ampiezza delle linee curve entranti e uscenti.

Figura 2: per estrarre le maniglie di un punto curvo fate clic e trascinate con lo strumento Penna. Su un punto già esistente, invece, deve essere utilizzato lo strumento Cambia punto di ancoraggio
Figura 2: per estrarre le maniglie di un punto curvo fate clic e trascinate con lo strumento Penna. Su un punto già esistente, invece, deve essere utilizzato lo strumento Cambia punto di ancoraggio

Se, trascinando, si estraggono le maniglie dal punto, aggiungendo la pressione del tasto Alt e il trascinamento, queste si possono rendere indipendenti, in modo da creare nuovamente dei punti d’angolo (una variante che nel defunto Freehand prendeva il nome di “punti cuspidali”): la semplice pressione del tasto Alt quando è attivo lo strumento Penna permette la trasformazione temporanea in strumento Cambia punto di ancoraggio, che, così come può servire a gestire asimmetricamente le maniglie, serve anche a ritrarle completamente (facendo un semplice clic in un punto di ancoraggio).

Aggiungere o togliere punti

Invece di selezionare gli strumenti presenti nella barra apposita, possiamo usare un’opzione dello strumento Penna (che di default è sempre attiva) denominata +/- auto.
Grazie a questa modalità, è sufficiente posizionarsi sopra un punto di ancoraggio esistente per far comparire un segno “–” vicino al puntatore ed eliminare con un clic il punto sottostante (senza interrompere il tracciato).
Viceversa, posizionandosi in una qualsiasi parte del tracciato dove non siano già presenti punti di ancoraggio, vicino al puntatore comparirà un segno “+”, indicante che al nostro clic aggiungeremo un punto di ancoraggio in quella posizione.

La Penna magnetica

Una volta elaborato lo strumento Lazo magnetico, il passo alla Penna magnetica fu breve; non si tratta, tuttavia, propriamente di uno strumento a sé stante, bensì di una casella di spunta disponibile nella barra delle opzioni quando si seleziona la penna a mano libera.
Non presenta tante opzioni come il lazo omonimo, ma il funzionamento è praticamente identico; il vantaggio consiste proprio nella creazione di un tracciato che poi risulta modificabile nei modi abituali.

Selezionare tracciati e relativi componenti

Gli strumenti preposti alla selezione dei tracciati sono ufficialmente due: Selezione tracciato (freccia nera) e Selezione diretta (freccia bianca). Il primo seleziona sempre il tracciato completo, ovunque venga utilizzato; il secondo, invece, può selezionarne i componenti, vale a dire: punti, maniglie e archi tra un punto e l’altro.
A essere precisi, tenendo premuto il tasto Alt con la Selezione diretta attiva, si abilita un terzo tipo di strumento di selezione, che in Illustrator è chiamato Selezione gruppo, adatto a selezionare tutto il tracciato a cui uno o più punti appartengono. Lo si riconosce perché presenta un segno + vicino al puntatore della freccia.

Il pannello Tracciati

Ogni volta che si crea un tracciato nuovo, nel pannello Tracciati apparirà una nuova voce chiamataTracciato di lavoro, scritta in corsivo.
Questo tracciato è piuttosto volatile in quanto, se non è selezionato, scompare non appena se ne comincia a disegnare un altro (a meno di usare i tasti modali in alto nella barra delle opzioni, dove si decide se aggiungere, togliere o intersecare eventuali nuovi tracciati), e l’unica garanzia per tenerlo da parte è Salvare il tracciato, che consiste più semplicemente nel dargli un nome facendo doppio clic nel pannello Tracciati.
Subito dopo averlo rinominato, la scritta passa da corsivo a normale e, a questo punto, possiamo disegnare anche un altro tracciato ex novo, che vedremo tranquillamente aggiungersi come tracciato di lavoro a quello che abbiamo fatto in precedenza (il massimo è 999).

Figura 3: il pannello Tracciati e i pulsanti che permettono l’interazione con l’ambiente raster
Figura 3: il pannello Tracciati e i pulsanti che permettono l’interazione con l’ambiente raster

Con i pulsanti nella parte bassa possiamo creare o eliminare un tracciato, ma possiamo anche (partendo da sinistra) riempirlo, tracciarlo con il pennello e ricavarne una selezione.
Prima di effettuare una delle prime due operazioni, assicuratevi di trovarvi su un livello dove essa sia consentita; se, sbadatamente, doveste trovarvi su una forma (che vedremo tra breve), non sarà possibile compiere nessun tipo di intervento su pixel.

Creazione di selezioni da tracciati e viceversa

Con il terzo pulsante del pannello Tracciati si può chiedere a Photoshop di creare una selezione a partire dal tracciato esistente. L’idea è buona; alla fin fine, i tracciati devono essere pur messi in relazione con il mondo raster e questo è uno dei modi possibili.
Questo processo è in tutto e per tutto una “rasterizzazione”, ovvero un passaggio da vettoriale a raster (o bitmap). Il vettore è matematicamente perfetto, cioè qualitativamente ineccepibile, mentre tutto ciò che è pixel è inderogabilmente legato a un concetto di risoluzione; nel momento in cui generiamo una selezione da un tracciato, passiamo da una situazione di qualità ottimale a una molto più bassa (quanto più bassa dipende dalla risoluzione impostata nel documento).
Fin qui non c’è nessun problema. I problemi insorgono con l’operazione inversa, cioè con la vettorializzazione di dati raster.
Quando viene generata la selezione, diventa attivabile anche il quarto pulsante da sinistra del pannelloTracciati: Crea un tracciato di lavoro a partire dalla selezione.
Se alla pressione di questo pulsante aggiungete anche quella del tasto Alt, si aprirà una finestra di dialogo che chiede con quale grado di approssimazione deve essere calcolato il tracciato e, come vedrete, non c’è verso di generare un tracciato uguale a quello di partenza.
Anzi, ridurre il grado di approssimazione a 0,5 pixel (il minimo consentito) peggiora la situazione, creando un tracciato talmente fedele che ricalca persino la scalettatura (alias) dei pixel, ma questo è ben distante dalla situazione iniziale.

Figura 4: esempio di tracciato ellittico creato con l’apposito strumento da cui è stata ricavata una selezione, dalla quale a sua volta è stato ricavato un nuovo tracciato. Il valore di tolleranza di 0,5 pixel (il più basso possibile, quindi in teoria con la fedeltà migliora) restituisce un risultato pressoché inutilizzabile
Figura 4: esempio di tracciato ellittico creato con l’apposito strumento da cui è stata ricavata una selezione, dalla quale a sua volta è stato ricavato un nuovo tracciato. Il valore di tolleranza di 0,5 pixel (il più basso possibile, quindi in teoria con la fedeltà migliora) restituisce un risultato pressoché inutilizzabile

La funzione appena descritta si verificava di frequente quando con programmi di impaginazione come Quark XPress era necessario un tracciato di ritaglio per le immagini con contenuto trasparente (cioè che non fossero banalmente rettangolari).
Per fare in fretta si utilizzavano selezioni approssimative e da quelle veniva generato il tracciato di ritaglio, con l’inevitabile conseguenza che, essendo il tracciato vettoriale una modalità molto precisa, tutti i difetti di selezione venivano descritti molto precisamente; a ciò si aggiunga che il numero di punti di ancoraggio generati automaticamente dal programma è sempre oltremodo maggiore di quello che potrebbe fare un utente ragionando in maniera logica e percettiva, e se in fase di stampa vengono processati un gran numero di dati in eccesso (in aggiunta a una qualità di dettaglio più povera), capite quanto questo sia rischioso e porti a risultati poco soddisfacenti.

Le forme

Dopo aver creato un tracciato, aperto o chiuso che sia, possiamo creare in pochi passaggi un livello detto “di forma”, creando un livello di riempimento che trasformerà autonomamente il tracciato in oggetto forma.
La forma è chiaramente il tracciato da voi disegnato, ma se il vostro obiettivo è questo, allora è più utile creare il tracciato attivando il primo pulsante in alto nella barra delle opzioni, che si chiama infattiForma.
Appena fatto il primo clic sul documento, vedrete che nel pannello Livelli (stavolta non si vedrà soltanto nel pannello Tracciati) si è aggiunto un livello con una piccola icona nell’anteprima di riempimento che ricorda un quadrato in tracciati. Fino a CS5 questa stessa procedura avrebbe creato una maschera vettoriale in cui si riflette in tempo reale ciò che fate con il tracciato (la parte bianca nella miniatura è quella compresa nel tracciato, la parte grigia sarà quella esclusa o esterna) e questa situazione è ancora valida ogniqualvolta lavorate su una maschera vettoriale applicata a un livello con contenuto pixel.
Questa modalità è usata relativamente poco a partire dallo strumento Penna, ma è molto diffusa con i vari strumenti RettangoloRettangolo arrotondatoEllissePoligonoLinea e Forma personale.
In particolare, con le forme personali, che danno accesso a numerose forme tra le più disparate, si ha soddisfazione a sfruttare la natura “procedurale” dei tracciati, che possono essere quindi ridimensionati, ruotati e distorti infinite volte senza alcuna perdita di qualità.
Sfruttando il pannello Maschere, inoltre, possono diventare variamente sfumati anche i contorni vettoriali, senza perdere la loro natura, e questo apre la strada a dei modus operandi più modulabili e modificabili che in passato.

Figura 5: le forme personali che è possibile caricare dai predefiniti sono molte di più e molto più varie di quelle standard
Figura 5: le forme personali che è possibile caricare dai predefiniti sono molte di più e molto più varie di quelle standard

Quanto detto non sarebbe possibile utilizzando la terza modalità di disegno per quanto riguarda le forme, cioè la modalità Riempi pixel (questa modalità non è disponibile usando la Penna, ma si abilita solo con gli strumenti di forma sopracitati): infatti serve soltanto a colorare istantaneamente dei pixel secondo la forma che si sta disegnando sul livello attivo, senza alcuna relazione con le proprietà vettoriali fin qui discusse.

Forme complesse

Arrivati a questo punto, viene ormai naturale far interagire le forme vettoriali tra loro, qualunque sia stata la loro genesi.
Quando si opera su una forma, su una maschera vettoriale o su un tracciato, si può selezionare un tracciato e definirne il comportamento, anche a posteriori.
Nella barra delle opzioni in alto, totalmente aggiornata e rinnovata in CS6, sono presenti quattro modalità operative, che in qualche momento abbiamo sfiorato: Combina formeSottrai forma anterioreInterseca aree formaEscludi forme sovrapposte, a cui si aggiunge una quinta voce, Unisci componenti forma, che sostituisce il “vecchio” tasto Combina.
Nel caso di un tracciato singolo, per esempio una maschera vettoriale circolare, hanno poco senso; al massimo possiamo cambiare l’area nascosta da interna a esterna scegliendo la prima o la seconda modalità.

Figura 6: le modalità operative per la creazione dei tracciati: la prima è quella che ne crea uno nuovo
Figura 6: le modalità operative per la creazione dei tracciati: la prima è quella che ne crea uno nuovo

Quando, invece, abbiamo più forme su uno stesso tracciato di lavoro (fa fede il pannello Tracciati, in cui non devono essere identificati come tracciati distinti), le possiamo combinare per creare delleForme composte; selezionando ora una ora l’altra, possiamo selezionare i comportamenti di ciascuna.

Figura 7: la sezione operativa in cui rendere definitive le combinazioni tra le forme
Figura 7: la sezione operativa in cui rendere definitive le combinazioni tra le forme

Una delle nuove introduzioni di CS6 per quanto riguarda i vettori è la possibilità di intervenire sulla gerarchia dei tracciati presenti in una forma o in una maschera vettoriale. Essi devono, naturalmente, far parte dello stesso “livello”; se si trovano su livelli diversi è possibile intervenire con le consuete modalità nel pannello Livelli.
L’icona che ci interessa, in questo caso, è immediatamente successiva a quella che gestisce allineamenti e distribuzione, basta selezionare il tracciato (o i tracciati) che si vuole portare in alto (o in basso) e cliccare sulla voce desiderata (porta forma in primo piano, avanti, indietro, sotto).
L’ultima casella di spunta sulla destra, Allinea bordi, è piuttosto utile, soprattutto per i lavori di progettazione sulle interfacce mobile o siti web: consente infatti di calamitare i bordi di un tracciato alla griglia pixel, in modo da evitare indesiderati effetti di anti-alias sui pixel solo parzialmente coinvolti dalle aree vettoriali.


 

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